L'Optometria nello sport aiuta a vincere? Ne parliamo con Serena Milo...


Quanto conta la vista nello sport?
E le informazioni che riceviamo attraverso la vista, sono così importanti per migliorare le nostre performance sportive?

Ne parliamo con Serena Milo, optometrista che collabora con vari centri multidisciplinari e società sportive nel Veneto.  

Ma chi è Serena Milo e cosa c'incastra un'optometrista con lo sport?
Serena Milo è una ragazza che è riuscita a trasformare la sua passione in lavoro. 
Ho sempre avuto una forte curiosità sul funzionamento del nostro sistema visivo e una grande passione per lo sport.

L'optometrista valuta se gli occhi riescono a discriminare bene i dettagli (i famosi 10/10), ma non solo. Verifica infatti se i due occhi funzionano bene assieme (se c'è percezione della profondità, se si muovono nei tempi giusti , se sanno utilizzare le informazioni della 
visione periferica ecc).
Circa l'80% delle informazioni che noi ricaviamo per muoverci, provengono dal senso della vista. 
Non sempre basta vedere bene, è necessario "vederci giusto". 
Prima vedo e prima mi muovo. Analizzare la scena permette all'atleta di essere al posto giusto nel momento giusto. Spesso noto che il gesto atletico è perfetto ma effettuato in un tempo sbagliato. Anticipare o posticipare l'azione, anche se di pochissimo, è un errore che compromette il risultato della performance. 

Lo sa perfettamente un portiere, che se alza il braccio troppo presto, si vede la palla dritta in porta. La cosa positiva è che la visione è una capacità allenabile. Lo hanno capito
atleti come Valentino Rossi o Rafael Nadal che da anni allenano i loro occhi .


Ecco perché un optometrista in "campo" può fare la differenza. 
Aiuta l'atleta a sfruttare la visione per muoversi correttamente e nel minor tempo possibile.




Ti definisci "Allenatrice visiva nello sport", ci aiuti a capire cosa fai di bello e come puoi aiutare gli sportivi?
Il mio lavoro inizia dall'osservazione dell'allenamento tecnico dell'atleta. Mi siedo in palestra o negli spalti con un block notes e studio la situazione. Lì cerco di immedesimarmi nell'atleta e a rispondere a questa domanda: "se io fossi lui... cosa farebbe per me la differenza rispetto il mio avversario?". 


Poi osservo ogni singolo atleta e il loro comportamento (se colpiscono la pallina con un certo ritardo, se si preparano troppo in anticipo , se non si accorgono che c'è un compagno a fianco a lui che sta aspettando il passaggio di palla ecc). 

Successivamente faccio uno screening delle abilità visive e procedo con il piano personalizzato di allenamento. Non sostituisce l'allenamento che già svolgono ma sicuramente lo completa e lo perfeziona: vedere meglio significa muoversi meglio e con maggiore consapevolezza.

Mi piace poi partecipare alle partite e alle gare per vedere se l'abilità visiva è stata automatizzata e per assicurarmi che non si ripresentino gli stessi errori.

Da pochissimo c'è anche una bellissima novità: ho un software che mi permette di inserire gli esercizi personalizzati in una piattaforma in cui l'atleta può accedervi comodamente da casa o ovunque lui sia, con qualsiasi Pc tramite username e password che creo solamente per lui. E' un sistema pensato per atleti che per distanza geografica, non riescono a essere sempre presenti in studio.

E' difficile descrivere gli esercizi perché non seguo un protocollo standard. Sfrutto le mie conoscenze "optometriche" , studio lo sport specifico, e personalizzo gli esercizi in base agli obiettivi che voglio ottenere.


Quali sono le peculiarità dell'allenamento visivo?
L'allenamento visivo ha molti vantaggi. 

Il più importante dal mio punto di vista è la consapevolezza di visione periferica, ovvero riuscire a localizzare compagni e avversari senza dover muovere la testa. Inoltre per il concetto detto prima , ovvero "prima vedo prima mi muovo", migliorano i tempi di reazione. 

Un altro vantaggio è una maggior coordinazione occhio-mano e/o occhio-piede, ed equilibrio. E' un esercizio ottimo anche per velocizzare i tempi di recupero post-infortunio e prevenirne di nuovi. Con questi esercizi si allena anche l'attenzione sostenuta.




Con quali tipologie di sport lavori solitamente?
Io personalmente ho esperienza nel tennis, nel karate, nel motociclismo, nella scherma, nel rugby e nel basket. Ma si può applicare a qualsiasi sport poiché ogni specifico sport e ogni specifico ruolo all'interno di uno specifico sport, necessita di abilità collegate al senso della  vista.

Da qualche mese è iniziata una splendida collaborazione con la squadra di hockey su pista A1 di Bassano che mi sta dando enorme soddisfazione. 

L'hockey è uno sport in cui le dinamiche di gioco cambiano molto velocemente e quindi diventa indispensabile la velocità nel ricevere informazioni per poi programmare il gesto motorio.

Qual è il tuo "sogno nel cassetto" per il 2019?
Il mio sogno nel cassetto è girare l'Italia, e non solo, per seguire i miei atleti. Vorrei diffondere in Italia un concetto di team come è già presente in molte parti del Mondo, formato da optometrista, mental training, nutrizionista e osteopata, oltre ovviamente al preparatore tecnico e allenatore che sono già presenti. 


Ovvero occuparsi del benessere dell'atleta a 360° perché non siamo solo gambe ma un sistema perfetto che deve essere curato nei minimi particolari per essere dei
Campioni. 

Nella Ferrari non metteresti mai le ruote della 500 no? Ogni pezzo deve essere al top per correre veloce.

Siamo al termine della bella intervista con Serena.
Come darle torto e poi, nel suo concetto di team, c'è posto anche per me...
Giancarlo Fornei


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Serena Milo è laureata in Ottica e Optometria presso l'Università di Padova.
Specializzata in rieducazione visiva.
Optometrista presso centri multidisciplinari e società sportive nel Veneto.
Relatrice di diversi convegni e autrice di una pubblicazione su una rivista specialistica (Platform Optic) di uno studio da lei effettuato sulla progressione miopica in età scolare (2015).

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