Il coach motivazionale Giancarlo Fornei durante una sua conferenza sull'allenamento mentale in Toscana |
Il ruolo del Mental Coach è sempre identico, sia quando allena mentalmente una squadra e sia quando si occupa di preparare un atleta individuale?
A mio personale avviso, la risposta è NO!
Il ruolo del Mental Coach negli sport individuali.
Il mental coach deve conoscere a fondo le caratteristiche dell’atleta che allena.
Non basta che si limiti a conoscere le caratteristiche positive, deve sapere tutto anche sui lati negativi, che poi saranno proprio quelli su cui dovrà focalizzare l’attenzione maggiore per aiutare lo sportivo a cambiarli.
Un altro aspetto importante è la cura dei dettagli, che deve essere quasi maniacale.
Negli sport individuali il coach deve curare con particolare attenzione ogni dettaglio, anche perché se l’atleta sbaglia, nessuno potrà rimediare al suo errore (cosa che invece è più facile nel gioco di squadra).Deve essere una vera e propria chioccia, che motiva costantemente l’atleta, facendo leva sulle sue motivazioni individuali (e quindi, personalizzate).
- Per fare tutto questo, è fondamentale per il mental coach la capacità di entrare in empatia con il singolo atleta.
Insomma, molto più guida e mentore che vero e proprio allenatore.
Nella foto, il mental coach Stefano Tavoletti quando era al Trapani Calcio |
Il ruolo del Mental Coach negli sport di squadra.
In questo caso, forse il compito principale di un mental coach è di lavorare sulla personalità dei singoli atleti, che possono essere spesso profondamente diverse tra loro.
Deve riuscire a trattare tutti i componenti della squadra nello stesso modo, senza creare gelosie e invidie, pur rispettando le insicurezze e potenzialità di ogni atleta.Deve dare poche regole e farle rispettate da tutti, nessuno escluso (anche dall'allenatore e dal suo staff).
Deve motivare il
gruppo e far capire ad ogni singolo componente che “INSIEME” si vince.
In una squadra, lo spirito collettivo del gruppo è fondamentale per raggiungere
buoni risultati. Quindi:
- allenarsi insieme,
- fare gruppo,
- partecipare agli stessi obiettivi,
- condividere la mission della squadra/società,
- ecc.
In chiusura di post, pur
mettendolo in fondo, sottolineo il prossimo concetto (vale per entrambe le situazioni).
L’allenatore è il “vero
leader” della squadra. Quella che io chiamo “L’anima carismatica”.
Sin da subito deve essere autorevole e riconosciuto da tutto il gruppo, o
comunque, dalla percentuale maggiore.
Un buon mental coach non DEVE MAI mettere in discussione davanti agli atleti (o allo staff) la leadership dell'allenatore. Deve lavorare CON LUI e PER LUI e non, contro.
Laddove il mental coach si accorge che l'allenatore è "debole" in determinate aree psicologiche, comunicative, comportamentali e motivazionali, ne deve parlare con lui e aiutarlo a superare tali mancanze.
Tornando al ruolo del mental coach negli sport individuali e di squadra, pur avendo
in comune molte cose, i metodi di lavoro di allenamento mentale per sport
individuali rispetto a quelli per sport di squadra, deve essere un
po’ diverso.
Sintetizzando, oserei dire:
- più concentrato sui particolari e sulle esigenze dell’atleta nello sport individuale;
- più capace di creare “gruppo”, dare un obiettivo comune e aiutare l'allenatore ad essere un leader riconosciuto nello sport di squadra.
Se fai l’allenatore
o il mental coach, fammi conoscere il tuo pensiero, lasciami un commento a
questo post.
Giancarlo Fornei
Formatore Motivazionale & Mental Coach
"Il Coach delle Donne"
Autore del libro "Come Allenare la Mente a Vincere nello Sport". Lo trovi su Amazon nella doppia versione (ebook e cartaceo). Acquistalo ora da questo link.
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