Se lei allena lui


Il campione al lavoro è Andy Murray, star del tennis scozzese, la sua coach è Amélie Mauresmo, ex campionessa francese.

Ed è solo l'inizio.

Quando Andy Murray ha sostituito il suo allenatore, il mitico Ivan Lendl, con Amélie Mauresmo, il mondo  del tennis ha pensato che lo scozzese fosse impazzito.

Lendl lo aveva aiutato a vincere Wimbledon, rompendo un digiuno che durava da più di 70 anni per le racchette britanniche.


I risultati, all'inizio, non lo hanno confortato, ma Andy ora ha ritrovato la forma migliore e dopo la finale all'Open d'Australia, ha rotto il silenzio replicando finalmente alle critiche: "Devo molto ad Amélie, spero di restituirle qualcosa sul campo, dimostrando che il suo aiuto sta dando buoni frutti".

Mauresmo, che non aveva mai allenato un uomo, appare totalmente sicura nella parte e così, la domanda che media e pubblico cominciano a farsi non è perché un uomo abbia preso lei come allenatrice, bensì perché non ci siano più donne ad allenare: nel tennis o in altri sport.

In Gran Bretagna, solo il 18% dei coach, in tutti gli sport professionistici sono donne.

In Italia, meno della metà, in altri paesi la percentuale è ancora più bassa.

In seria A, B, lega pro del nostro calcio : NESSUNA.

Ha fatto sensazione lo scorso anno la nomina di due donne alla guida del Clermont, club francese: Helena Costa se n'è andata il primo giorno, ma al suo posto è arrivata Corinne Diacre.


"L'idea che le donne, per organizzazione e metodo, possono allenare come e meglio degli uomini inizia a fare breccia", dicono gli esperti.

Sintesi dell'articolo di Enrico Fraceschini - Fonte: D La Repubblica, 21 febbraio 2015

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